Il gioco più antico del mondo? è messicano!
Immagina uno sport antico, praticato per millenni, che unisce atletismo, tradizione e spiritualità: il gioco della palla, considerato uno degli sport più antichi del mondo, che affonda le sue radici direttamente nel Messico precolombiano! La prima attestazione, infatti, risale al 1500 a.C. nel sito di Paso de la Amada, in Chiapas raccontando di una tradizione davvero antichissima. Da allora, questa competizione si è evoluta fino a diventare un elemento centrale delle civiltà mesoamericane, soprattutto durante il periodo classico (300-900 d.C.).
Rappresentazione del juego de la pelota
Le Regole del Gioco: Un Mix di Abilità e Mistero
Sebbene alcune regole non siano del tutto chiare, sappiamo che i giocatori colpivano una palla di caucciù – un materiale allora sconosciuto in Europa – usando esclusivamente le anche per inviarla nella metà campo avversaria. Successivamente, venne introdotto un anello in pietra, una sorta di canestro verticale attraverso cui bisognava far passare la palla, rendendo il gioco una versione ancestrale del basket!
Le recenti ricerche hanno rivelato che la palla aveva un diametro di circa 20 cm, simile a quello di una palla da pallavolo, ma con un peso triplo. Per proteggersi, i giocatori indossavano pesanti cinturoni in vita, essenziali per evitare infortuni durante i colpi.
Il campo da gioco aveva la caratteristica forma a “I” orizzontale e, pur mantenendo questa configurazione base, in alcune culture la palla veniva colpita anche con mazze simili a quelle del baseball. Teotihuacan, ad esempio, non possedeva campi da gioco tradizionali, suggerendo che qui si praticasse una variante con regole differenti.
L’origine mitologica del Gioco
Il gioco della palla non era solo intrattenimento: il suo valore simbolico e rituale lo rendeva parte integrante delle credenze religiose mesoamericane. Per i Maya, le sue origini erano narrate nel Popol Vuh, il mitico testo sacro, dove si racconta la storia di due fratelli che accettano una sfida dalle divinità del mondo sotterraneo, ma vengono sconfitti e uccisi. Uno di loro viene decapitato e la sua testa, posta su un albero di zucche, che fruttifica miracolosamente. Con uno sputo la testa feconda una donna, la quale darà alla luce due gemelli, destinati a vendicare il padre, riportandolo in vita. Il mito richiama il ciclo della nascita, morte e rinascita legato al dio del mais, sottolineando il legame tra gioco e fertilità.
Gli Aztechi, invece, vedevano nel gioco una rappresentazione cosmica: una battaglia tra Huitzilopochtli (il Sole), Coyolxauhqui (la Luna) e i 400 guerrieri-stelle, incarnando il conflitto eterno tra luce e oscurità.
Tra Sport e Spettacolo
Nel mondo azteco, il gioco della palla, chiamato ōllamaliztli o teotlachtli, non era solo un rito sacro, ma anche un vero e proprio sport popolare. Proprio come oggi andiamo a vedere una partita di calcio o basket, all’epoca la gente si radunava per assistere agli incontri nei campi situati non solo nei recinti sacri ma anche in prossimità dei mercati.
Persino i Conquistadores spagnoli rimasero affascinati da questo spettacolo. Nel 1528,infatti, Hernán Cortés inviò a Carlo V alcuni giocatori per mostrare la loro abilità alla corte europea, dove il gioco fu visto come una curiosità esotica.
Misteri e Simbolismi
Uno degli enigmi più affascinanti riguarda i cinturoni in pietra, chiamati “gioghi”, ritrovati in alcune tombe della regione del Golfo del Messico. Spesso associati a defunti decapitati, questi oggetti decorati con simboli di divinità acquatiche, serpenti e anfibi potrebbero avere un significato rituale ancora oggi poco chiaro.
Un Patrimonio Millenario
Il gioco della palla è più di un semplice sport: è un’eredità culturale che racconta le credenze, i miti e la vita delle civiltà precolombiane. Sebbene oggi non sia più praticato nella sua forma originaria, il suo spirito sopravvive nelle tradizioni e nelle rievocazioni storiche, ricordandoci che lo sport, in tutte le epoche, è sempre stato un potente legame tra uomo, natura e divinità.